martedì 27 dicembre 2011

LA MACCHIA VIOLA E ALTRE STORIE MINIME

Vorrei cercare di fissare in qualche modo , di cristallizzare ancora da qualche parte , certi ricordi della mia infanzia e della prima giovinezza , relativi al palazzo in cui abito .


La prima cosa che mi torna alla mente è quella di una misteriosa macchia di un liquido viola , che si trovava sul davanzale interno di una finestra che dà luce alle scale del secondo piano . Molte cose sono cambiate da allora , modifiche e cambiamenti forse necessari ma che hanno peggiorato senz’ altro l ‘ estetica , togliendo quel fascino di cui tutto era permeato . La finestra aveva dei bei vetri verdi , smerigliati , che davano sempre una luce di pace , di quiete , senza mai essere abbaglianti . Ora i vetri sono stati cambiati e non vi è più alcuna macchia perché tutto è stato ridipinto .

Quella macchia viola era lì già quando la notai per la prima volta , non so che sostanza fosse , ma era sempre uguale . Non si asciugava mai e fu proprio questo particolare che , dopo qualche tempo , mi fece riflettere . Era molto strano , perché il muro è abbastanza poroso e quindi assorbe facilmente i liquidi . La macchia era densa , quasi come una vernice , ma meno intensa , meno compatta , di un bel violetto chiaro che si intonava benissimo con la luce colorata di verde . Il sole in estate era , comunque , molto caldo eppure la sostanza non è mai evaporata . Non sto scrivendo di un periodo di alcuni giorni , ma di anni .

Fui proprio io , un giorno , a fare assorbire con della carta quel liquido , così rimase solamente l ‘alone .

Ci sarà sicuramente una spiegazione fisica che io ignoro , ma il fascino rimane intatto .

Quello era forse il preludio ai misteri che sembrava celare il sovrastante solaio , con tutte le sue stanze ricavate dai sottotetti . Terreno di gioco per noi ragazzi , per anni e anni , di storie inventate , di rifugio , le prime sigarette furtivamente fumate , il panorama dei tetti e un po ‘ di pace antica .

Tre delle sei stanze del solaio erano chiuse da un ‘ unica porta , perché messe in fila indiana e non utilizzate . Io ebbi una visione , quando ero molto piccolo ( un viaggio astrale ? ) , relativamente alla prima di queste stanze . Una strana visione , che si sarebbe potuta spiegare con i racconti e le favole e le suggestioni che ne potevano derivare , ma che , riletta oggi con le cognizioni esoteriche che ho acquisito , mi produce ancora perplessità . Forse ne ho già parlato in precedenza . In quel sogno / visione , mi trovavo davanti alla porta chiusa di cui sopra . C ‘ era mia nonna paterna alla mia sinistra , io guardavo dal buco della serratura e notavo tre streghe , sembravano figure molto simili tra loro , ballare un sabba . Indossavano una tunica grigia , lunga , erano magre e anziane . In quel momento , mia nonna disse : “ Di qui , si va a Torino “ .

Ora , a tutti è nota la connessione di Torino con un settore “ nero “ della magia , così come risulta da antiche riproduzioni che le cosiddette streghe , ballavano spesso il sabba in tre . Tutto questo , ora , lo so , ma non avrei certo potuto saperlo a quattro anni !

Sottolineo che mia nonna non si occupava certamente di occultismo , né alcun altro nella mia famiglia . Solo da parte di mia nonna materna vi era una certa sensitività , unita alla dimensione naturale in cui era a proprio agio mio nonno , che mi hanno forse permesso di arrivare , ora , quasi a contatto con la dimensione fatata . Delle Fate , appunto . Ma questa è storia di oggi , meglio , di domani . Un domani che risuona come un monito : 2012